Ho conosciuto Vanessa e Martina perché un amico da cui ho comprato le galline mi dice che loro hanno “quelle buone e piccole”, le ornamentali. Decido di chiamarle, perché è da poco che ho messo il naso in questo mondo, per esigenza di proteine sane (nel senso di uova, non di carne!) e devo imparare tutto. Chiamo e fisso con Martina per andare a vedere un po’ cosa hanno da offrirmi.
L’obiettivo è semplice, andare, prendere due galline, tornare a casa. Ritaglio del tempo in questo tempo strano di pandemia, lo rubo tra una lettura e una consegna e approfitto per fare un giro in un giorno di pre-estate, direzione Chiantishire. Vi risparmio i grilli, gli ulivi, le uve, i paesaggi, i grandi rotoballe di fieno che fanno da scenografia alle colline disegnate come farebbe un bimbo, così magari vi viene voglia di andarle a trovare e soddisfare l’immaginazione.
Agriturismo Montecorboli! Ci sono.
Si perché poco dopo scopro un viale da cartolina: mi fermo davanti al loro cancello costruito con un sistema feudale di carrucole che devi azionare a mano e che funziona coi pesi e alla perfezione… e già sorrido. Ci vuole ingegno e un certo disinteresse per la fretta altrui per proporre un ingresso del genere. Se esegui le istruzioni e lo passi, scollini insomma, arrivi in un posto magico che è anche la loro casa, che era la casa dei nonni, che oggi è un meraviglioso agriturismo. Quel che chiunque chiamerebbe: un gioiello. A Chianti Jewel. Per gli inglesi.
Ma io son lì per le galline e se pur con la voglia di fare mille domande, sbirciare, e farmi due foto, mi attengo alle mie necessità e inizio a chiedere di loro. Martina ha questi due occhioni ridenti che paiono davvero giganti come quelli dei cartoni giapponesi che loro amano e ha un tono di voce che mi fa decidere immediatamente di mettere da parte gli appuntamenti del giorno e godermi quella persona e quel posto. Arriva poi anche Vanessa, anche lei “malata di galline”, più timida ma con un piglio deciso e agile e le due mi paiono accoppiate alla perfezione. Entrambe classe 1992. E infatti pur essendo due, sono una, una coppia, si vogliono bene insomma e rischiano oltre che affettivamente, anche professionalmente il loro destino appollaiate (e non si offenderanno) su questo gioiello. Così inizio a fare mille domande, rispondono insieme, prima una poi l’altra, poi si guardano, si mettono d’accordo… una entra in casa, l’altra esce, un bicchiere d’acqua , si grazie, insomma quando andrete a trovarle capirete chi ha detto cosa, qui vi riporto le loro risposte simbiotiche.
Ma come diavolo si fa in un mondo ultra evoluto come quello della cinofilia, gattoflia, esotismo ecc… a innamorarsi delle galline?
Perché anche quello delle galline è un mondo evoluto, con tanta varietà e forme… ed una volta che ci si approccia a questi animali è difficile non innamorarsi. Iniziamo tutti con un paio, che poi diventano dieci, ed in men che non si dica ci si ritrova sommersi. È difficile non rimanere incantanti davanti al piumaggio d’una Padovana ciuffata, la morbidezza di una Moroseta o le uova dal guscio colorato di un Araucana. Ci sono galline d’indole più calma o più sveglia, chi fa tante uova e chi invece le uova le vuol solo schiudere. Galline nane e galline giganti…
Cos’è quindi una gallina?
Tante cose! In primis, un concentrato di morbidezza, ma anche una buona compagnia e una botta di serotonina per le giornate tristi. Generalmente sono animali curiosi ed intelligenti, sempre pronti ad esplorare o ad imparare qualche nuovo trucchetto. Come qualsiasi altro animale hanno personalità diverse e marcate, perciò ce ne sono di più indipendenti e chi, invece, viene a beccarti l’orlo dei pantaloni per farsi prendere in collo: “Si, sto citando voi, Cesa, Revas e Zevran”(Parlano con le galline! Ogni gallina ha un nome proprio” NDR) Le chiocce invece sono un’altra storia, loro sono un concentrato di rabbia (detto nel modo più amorevole possibile).
Come si svolge la vostra vita quotidiana?
Con uno schema alla lunga, ma giornate sempre imprevedibili. La nostra giornata tipo varia molto a seconda della stagione. Ci sono cose che possiamo programmare, come ad esempio quando lavorare la terra dell’orto o quali spazi destinare alle galline… ed altre giornate in cui avevamo un piano ma posticipiamo tutto perché una chioccia ha iniziato a covare all’improvviso e va spostata in un nido separato. Poi ci sono quelle cose quotidiane che facciamo in automatico: controllare che tutti abbiamo le mangiatoie piene, pulire gli abbeveratoi, raccogliere erba fresca per tutti, mettere da parte le arance e i peperoni per i porcellini d’india, aprire il pollaio al mattino e tornare a chiuderlo la sera…
Chi prepara il caffè?
Colazione e dopo pranzo, lo preparo io (Martina) per Vanessa. Non lo bevo, lo faccio solo per lei.
Cosa ti porta qui Vanessa?
Una giornata di sole sotto le magnolie del Parco delle Cascine dove, appena uscite da scuola, la Marti mi raccontava le storie che scriveva per me. Abbiamo iniziato a tornare a casa insieme perché la strada era la stessa per un lungo tratto, e da allora abbiamo sempre camminato a fianco.
A Martina – che mangia limoni a morsi appena raccolti – chiedo che tipo era da piccola…
Chiacchierona e sempre circondata di animali; da grande volevo avere uno zoo. Accoglievo ogni animale che aveva bisogno d’aiuto e ne avevo altrettanti di miei. Su un gran quadernone scrivevo le mie “scoperte” sulle loro abitudini e corredavo il tutto con disegni e foto. Collezionavo e classificavo le piume degli uccelli che trovavo e coinvolgevo mio fratello, i miei vicini ed i miei amici nelle mie ricerche. Era divertentissimo!
Cosa avete dovuto scegliere nel vivere qui?
Abbiamo scelto un ritmo diverso, più faticoso per il corpo ma più rilassante per la mente, ed abbiamo eliminato la noia, poiché c’è sempre qualcosa da fare o progettare.
Credete di essere strambe voi o lo è il resto del mondo?
Crediamo che non ci sia niente di più bello della diversità e la varietà!
La cura minuziosa che avete per ogni particolare, descrive un atteggiamento amorevole nei confronti della realtà, dove lo avete imparato?
Problemi ed ostacoli ce ne sono e ce ne saranno sempre, ma a forza di prove, tentavi ed errori si impara come superarli, e la volta successiva non sembrano più così insormontabili
Credete che custodire la bellezza sia un compito?
Più che custodita, siamo dell’idea che la bellezza vada coltivata e condivisa.
Cosa significa accogliere un ospite?
Rapportarsi con una grande varietà di persone, sentire esperienze diverse, viaggiare per il mondo tramite i racconti di altri. E ricordarsi sempre che, alla fine siamo tutti umani.
E accogliere voi stesse?
Lasciando le scarpe piene di fango all’ingresso
Cosa desiderate per le vostre vite?
Il nostro grande obbiettivo sarebbe avere un cavallo, ma è più di questo. Abbiamo deciso da tempo che sarà il nostro regalo di nozze, perciò significa che avremo raggiunto la stabilità necessaria per rafforzare la nostra decisione di stare insieme e sistemarci.
Cosa vi rende tristi?
L’intolleranza e i pregiudizi. La negatività immotivata.
Come si fa a volersi bene H24 (lavorando e vivendo insieme)?
Non c’è un segreto. Dipende molto da come si è fatti come persone e da cosa si cerca in una relazione. Noi funzioniamo bene insieme perché insieme ci divertiamo. Questo chiaramente non significa che andiamo sempre d’accordo o siamo sempre della stessa opinione, ma sappiamo come bilanciare i nostri interessi e trovare il tempo per noi stesse, anche se viviamo e lavoriamo insieme tutto il giorno.
Cosa vi ha fatto capire che questa era la vostra strada?
Percorrerla. Per lungo tempo avevamo sognato di intraprendere questo percorso, ma, come con ogni cosa, è difficile dire se si è davvero innamorati del sogno o solo dell’idea del sogno. Gestire quest’agriturismo ci ha fatto capire che questa è la vita che ci piace vivere, nonostante non ci siano giorni liberi e sia complicato far piani con gli amici perché gli impegni con gli animali sono a sorpresa. Abbiamo avuto la fortuna di poter provare il nostro sogno e la determinazione per renderlo concreto ed ora che sappiamo che questa è la strada per noi, non torneremmo indietro per nulla al mondo!
“Ancora acqua sì, grazie”. Si è fatto tardi, torno a casa con lo stupore e la curiosità di un piccolo mondo antico, ho in macchina tre galline e mi sento felice. Grazie Vanessa, grazie Martina, ci vuol coraggio per amare la vita, accettarla, sfidarla, renderla leggera e faticarsela tutta. Insomma loro fanno ciò che amano e io ho preso appunti! Perché ho scritto Parte I? Perché voglio andare a vedere cosa succederà e se avranno, tra qualche tempo, invaso il Chianti di galline e poi… aspetto proprio di vedere il cavallo! Riparto, il tramonto, il Chianti, la pandemia qui pare lontanissima. Mi raccomando se volete mangiare uova vere e sane, andate a cercarle da persone così. Tutto il resto è finto!
To be continued!
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