taccuino 

Contro il bucolico

9 Ottobre 2024
Nella casa che abito molti i segni delle antiche fatiche contadine:
mattoni rossi hanno generato un villaggio,
ognuno ha il suo fienile, uno “scaldaprete”,
forche, fieno ammuffito e cantine profumate di mosto e ragnatele.
 
Se guardo fuori, campi arati e vigne 
come mari di nettare promesso
ordine, pulizia e solchi arati.
Un sospiro per chi ha saputo plasmare,  generare, fruttificare la vita
col duro lavoro e trattori arrugginiti.
Un ricordo delle poesie imparate a memoria,
la fiaba dei tempi beati, le feste in piazza, la vendemmia e le spose da ornare.
 
Nella casa che abito c’è un giardino morente
una nota stonata nel canto di chi mi ha preceduto.
Con le mie forze sconosciute
cerco di perpetuare armonia e di esserne custode:
inizio come un monaco irlandese
a spostare pietre, a strappare erbacce.
Le dita dolgono, le ginocchia pure
ma la rosa che pianto col mio pianto di nostalgia
ripaga il mio stridore.
Un muro cadente, diventa il mio orto
ripulito,  risolto da un vecchio ingegnere 
naufragato nel paese
che molto sa e molto fa, per me. 
«Sono buono»  – mi dice –
«ho imparato da mio padre».
Anch’io voglio ortaggi, terra rossa e lavoro
voglio respirare quell’allora,
ritornare all’attesa, al sapore, ai profumi e alla gratitudine.
Poi tocca al prato, un disastro incurato.
Alzo le zolle e mi sporco le mani,
uso attrezzi di fortuna più che di maestria, 
e al terzo giorno l’epifania: 
sotto il terreno un tesoro nascosto, fatto di plastica, schifo e ferri contaminati.
Il contadino qui ha vissuto e nascosto il suo odio.
Ha sotterrato gli avanzi,
ha sepolto conoscenza e tradizione,
ha frantumato cemento e il proprio mito.
Ecco spiegato ogni legame, oggi mani-polato:
dove inseguire il dovere è sporcare la vita.
Se il trattare la terra è come guardare una creatura,
la mossa decisa fu ed è facile: usare o  prendersi cura.
 
Nella casa che abito non sarò un contadino dei racconti di paese,
lavorerò dinnanzi a uno schermo e pianterò altre rose,
attenderò l’amico, scalderò tisane e scriverò storie.
Ma il mio compito è chiaro: 
salvare il vero che rimane,
ripulire gli errori dei padri,
ridare fiato alla vita che verrà.
Questa è la mia eredità,
portare nella casa che abito
il mio pezzo di sincerità.


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Barbara Marini
Written By Barbara Marini On 9 Ottobre 2024



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