Ho gli occhi senza lacrime, il naso senza muco. Non sudo ma fatico. Il muscolo dolente, la spina nel torace, la forza è finita, la notte è senza sonno. La gola si strozza, la parola si dimentica. La guerra all’interno. Fra le membrane, fra i tessuti hanno colato il cemento. Mi rigiro senza pace. Il passo è pesante, il braccio non fa forza, la mano non trattiene. Ho confuso gli appuntamenti. A volte un nodo in gola e allo stomaco e al cuore. Il respiro è ansioso, corto, frettoloso. Manca l’ossigeno. Le spalle portano i pesi, i quintali, i secoli.
Il risveglio non è assicurato. Ho fatto tardi e il vestito è lontano. No, il piede è lontano, non ci arrivo. Ci vorrebbe acqua bollente, per distendere ogni millimetro di vita, ogni cellula, ogni pezzo. L’acqua è lontana. No, è il passo che non ci arriva. Le scale vanno giù. Ci vorrà ancora del tempo. Il caffè, farebbe male. Ma lo bevo lo stesso. Ingoio sei pillole. Mi strozzo. Sorseggio, faccio tardi. Aspetta: i capelli, quelli puoi ordinarli.
Aspettami. Arrivo. Arrivo io stessa…
“Però, ti vedo bene”!
Tessuti muscolari al microscopio.