Oggi ho pranzato con una donna, una amica che ha perso una figlia.
Non vi dirò né come, né dove, né quando, perché la morte è morte, sempre e definitivamente.
Non vi dirò del suo dolore perché è indicibile.
Vi dirò della sua mestizia, della sua dolcezza, delle sue rughe stanche che incorniciano occhi grigi, rimpiccioliti dalla vita.
Vi dirò del suo coraggio silenzioso, della sua arresa all’incomprensibile, del suo tumore e della sua lotta. E delle sue vittorie. Si vince anche dopo una morte, anche dopo essere morti quel preciso giorno.
Vorrei che le mie stanze fossero sue, che le mie mani potessero prendersi cura di lei, accudirla, pettinarla, profumarla e poi addormentarla.
Vi dirò della sua dolcezza, e soprattutto della sua solitudine. Perché lui non ce la fa, lui, il padre. Come molti padri… si allontanano in silenzio.
Così il dolore rimane alla donna, il dolore del mondo rimane in braccio alle madri.
Come una Pietà.